Wedding tourism, “ancora di sviluppo” per molti hotel in Italia

Non tutto il turismo arranca! Esistono importanti nicchie di mercato che consentono a molti hotel di resistere alla crisi, anzi spesso di superarla. Sono sempre di più infatti gli stranieri che scelgono l’Italia come location dove celebrare il loro matrimonio per un giro d’affari che nel 2012 ha raggiunto i 315 milioni di euro.

Stanchi di leggere notizie riguardanti i “meno” sull’andamento dei flussi turistici in Italia, riportiamo con gioia una ricerca realizzata dalla società Jfc di Faenza e pubblicata sul numero del 25 luglio da Job in Tourism. La ricerca parla appunto di wedding tourism, un settore che pare proprio andare in controtendenza, con volumi e fatturati in crescita.
Se quindi ai viaggi si può rinunciare, al matrimonio proprio no!

Agli stranieri piace sposarsi in Italia

Sarà grazie ai wedding planner stranieri che propongono sempre più l’Italia, sarà grazie al proliferare dei siti specializzati e al sempre-verde passaparola, che ogni anno un  numero crescete di stranieri decide di sposarsi nella nostra penisola.
Nel 2102, come riporta la ricerca, si sono celebrati ben 6.180 matrimoni di stranieri che hanno significato 1.221.000 presenze provenienti da 25 paesi.
Come era naturale aspettarsi, la fetta più grande della torta va alla Toscana, bella, romantica, fortunata, ma anche brava a valorizzare la propria offerta turistica.
Scelgono la Toscana il 43,5% dei promessi sposi. Fra le destinazioni emergenti, ovvero con il maggiore tasso di crescita, sono segnalate Puglia (2,5%), Lago di Garda (6,3%) e Friuli Venezia Giulia (3,1%).

Anche sulle location poche sorprese: gli stranieri preferiscono gli hotel di charme e i relais (il 29,6%), a seguire le ville storiche (il 19,3%) e gli immancabili castelli (il 14,8%). Quindi se non ricadete in una di queste tipologie evitate di candidare il vostro hotel ad ospitare un matrimonio protestante e concentratevi su altre tipologie di clienti.

Negli ultimi anni sono anche aumentate le richieste di cerimonie in luoghi insoliti, come le cantine vinicole, le barche a vela, i conventi e le masserie. Da segnalare, inoltre, anche il fenomeno dei cosiddetto outdoor wedding, soprattutto in spiaggia e in giardino, nella migliore tradizione USA.

Fra i fattori che influenzano la scelta dell’Italia il prezzo non è determinate. Sposarsi in Spagna o in Grecia è più abbordabile.
L’Italia viene scelta per la storia e la cultura (il 16,3%), per essere un luogo desiderato da visitare (il 12,9%), perché è romantico e bello (il 12%) ed anche perché si mangia bene (l’11%).
Insomma, l’Italia è preferita ad altre destinazioni per il brand e l’immagine di cui, per fortuna, ancora gode nel mondo.

Qualche numero sui wedding tourist

La spesa media nel 2012 è stata di 51.000 euro a cerimonia. Stiamo ovviamente parlando di un target dalla elevata capacità di spesa. Sposarsi all’estero limita comunque il numero degli invitati, ma a ben guardare questa limitazione favorisce le strutture italiane in generale dotate di tanto charme ma poche camere.

Attenzione però alla reputazione, quanto mai fondamentale anche per vendere il tuo relais come location per matrimoni. Far convivere cerimonie con clienti leisure provoca nella maggior parte dei casi pessime recensioni da parte di questi ultimi, che, alla ricerca di relax, vengono infastiditi da karaoke, tuffi notturni in piscina e schiamazzi provenienti da parenti che hanno alzato il gomito!

Solo in pochi casi si supera la soglia dei 100 invitati: la maggior parte dei matrimoni non arriva a più di 30 persone, sposi inclusi.

Ottima la durata media della permanenza media degli ospiti: 5,2 giorni e a volte si raggiunge anche la settimana.

Più lungo, infine, il soggiorno degli sposi: l’82%, terminati i festeggiamenti, resta nella penisola per il viaggio di nozze, della durata di circa una o due settimane. Le mete preferite? L’asse Venezia-Verona, l’asse Roma-Firenze e la Costiera Amalfitana.

Il fatturato complessivo sviluppato nel 2012 grazie ai matrimoni di stranieri in Italia è stato di 315 milioni di euro… non male, vero, per un mercato di nicchia?

Ovviamente, non tutto il fatturato viene speso per soggiornare (il 40,4%): vanno considerate anche altre spese quali costi di viaggio, noleggio auto, ristorazione, affitto delle location e gli immancabili addobbi floreali (59,6% complessivamente).

Difficili da pacchettizzare, i matrimoni rientrano più in una logica di vendita personalizzata e B2B. Le strutture ricettive che li ospitano e che molto spesso si occupano anche di gran parte dell’organizzazione sanno bene quanta pazienza necessiti accontentare una sposa nel giorno più importante della sua vita: fiumi di mail, foto di bomboniere, bozze di menù etc. vengono scambiate prima dell’evento!
E poi bisogna prenotare chiesa e prete, accordarsi con il fotografo, contattare la parrucchiera… e alla fine incrociare le dita perché il temporale non rovini tutto!

La crescita dei matrimoni all’estero

Infine, una nota di colore.

Se da una parte ci si sposa sempre meno, dall’altro esistono fattori che sostengono il trend dei matrimoni all’estero:

  • l’incremento dei divorzi e delle seconde (e anche terze) nozze, in particolare, favorisce la scelta di luoghi lontani per festeggiare con una cerchia ristretta di persone care;
  • il progressivo abbandono del cosiddetto «matrimonio di consuetudine» e la ricerca di una cerimonia che consenta di liberarsi dai condizionamenti sociali;
  • il desiderio di provare un’emozione unica come nel turismo esperienziale;
  • l’aumento delle cerimonie di rinnovo della promessa matrimoniale quale pretesto per farsi quel viaggio in Italia tanto desiderato e mai intrapreso (cose da pazzi!).

E voi avete già pensato dove festeggiare le prossime seconde nozze?

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