Anche se la colazione internazionale ha sempre il suo perché, i tempi in cui gli stranieri cercavano un angolo di casa nei paesi che visitavano sono passati.
Secondo Travel Weekly, il 79% dei viaggiatori Millenial e della Generazione Z preferisce fare esperienze tipiche e rappresentative della cultura locale, mentre l’86% vuole sostenere le attività locali dei paesi che visita.
Questo trend si può rivelare una grossa opportunità di attrarre il turismo estero (ma anche quello domestico, in certi casi), soprattutto per le strutture più piccole, più inclini ad aver mantenuto il sapore locale rispetto a realtà più grandi.
Vediamo come.
A proposito di sapori locali, la cucina è senza dubbio un fattore nel viaggio. Anzi, IL fattore.
Infatti, l’81% dei turisti dice che provare pietanze tipiche del posto è l’aspetto verso il quale hanno più aspettative, mentre il 72% sostiene che, il motivo per cui viaggiano internazionalmente, è assaporare la cucina di altre culture.
Quindi, offrire una vera esperienza culinaria locale, con ricette della tradizione e ingredienti della zona, è senza dubbio un buon modo per entrare nei radar di questi turisti. E dei clienti locali che cercano un posto in cui mangiare tipico.
Chi vuole fare esperienze tipiche ha ormai imparato ad evitare le famose “trappole per turisti” e bazzicare i posti preferiti dagli abitanti del posto.
E allora perché non far diventare la tua struttura uno dei posti preferiti dagli autoctoni? Organizzando eventi che interessano e coinvolgono la popolazione locale si può diventare il suo punto di riferimento e, di conseguenza, dei turisti alla ricerca della vera vita del posto.
Spesso, un turista che vuole informarsi su cosa fare nei dintorni ha 2 possibilità: guardare sul sito dell’hotel o affidarsi ai classici volantini che trova in reception.
Entrambe le soluzioni hanno 2 grossi problemi: non portano le persone nel vero cuore della località e non sono su misura per i loro interessi.
Immagina invece di ricevere un’ospite, sapere che questo è interessato alla cucina e all’arte, e quindi proporgli un piccolo tour a pagamento tra le attività che offrono pietanze tipiche (meglio ancora se convenzionate con la tua struttura) e gli edifici che meglio esprimono l’identità artistiche della città.
In entrambi i casi, l’ospite ha fatto un giro della città o della zona, ma con 3 differenze fondamentali:
La fase più importante è sicuramente la raccolta delle informazioni riguardo l’ospite: puoi ottenere le sue preferenze con una mail di risposta alla conferma di prenotazione, direttamente al check-in o, se la prenotazione è telefonica, già durante la chiamata.
Se si vuole puntare sull’appartenenza alla zona, allora il nome della struttura deve diventare sinonimo del nome della zona o della città.
Come? Lavorando sull’intero brand. Dalla formazione del personale, alle proposte culinarie, passando per l’allestimento degli interni e la comunicazione: tutto deve dare l’idea di autenticità locale.
Attenzione, AUTENTICITA’, non una finta immagine che rispecchia l’immaginario che i turisti hanno della località.
Come abbiamo detto in apertura di articolo, per gli hotel più piccoli e meno “internazionalizzati” questo processo può essere più semplice, ma ciò non significa che anche una realtà più sviluppata possa fare un rebranding in questa direzione.