L’immagine è la nuova parola: come la ricerca turistica diventa visiva

ricerca per immagini hotel

Nuovi metodi di ricerca e, soprattutto, nuovi strumenti stanno trasformando il modo in cui le persone cercano le località turistiche.

 

“Se potessi esprimerlo con le parole, non ci sarebbe ragione di dipingerlo”.
Questa frase del famoso pittore Edward Hopper (hai presente, quello del dipinto di un bar illuminato in piena notte?) esprime perfettamente l’andazzo delle ricerche che i turisti fanno per trovare la prossima meta (complici soprattutto gli strumenti di intelligenza artificiale).

Vediamo un po’ come l’immagine sta sostituendo la parola.

 

Dalle cartoline al “Circle to Search”, un ritorno al futuro

Le immagini sono sempre state importanti per spingere le persone a visitare una meta.
Un tempo bastava un poster di un tramonto mozzafiato per far scattare in chi leggeva la fatidica scintilla del viaggio. Oggi, mentre sorseggia un cappuccino, il nostro potenziale ospite si imbatte in un reel di qualcuno che esplora la tua città.

In mezzo a queste due epoche, c’è quell’oceano di ricerche scritte fatte su Google.
E, proprio grazie a Google, torna prepotente l’immagine, sotto forma di ricerca visiva: con le funzionalità di Google Lens e a “Circle to Search” basta evidenziare un dettaglio—quel lampione liberty o quella ringhiera art déco—e ottenere subito nome, storia e, perché no, le migliori offerte del quartiere.

“Lens gestisce oltre 20 miliardi di query al mese”, afferma Lou Wang di Google, giusto per farci capire quanto questo strumento sia utilizzato al momento.

E questo ci dice 2 cose:

  • Le persone non si limitano a “subire” le immagini, ma cercano attivamente proprio tramite esse.
  • Non essere presenti per questo tipo di ricerche vuol dire essere fuori dai radar

Un altro dato importante riguarda la demografia di chi usa questo strumento: la fascia tra i 18 e i 24 anni sembra essere la maggior fruitrice.
Perciò, se vuoi intercettare i viaggiatori più giovani (cosa di qui abbiamo parlato anche in questo articolo), è ora di pensare per immagini.

 

“Vibe” a colpo d’occhio: la rivoluzione semantica

Immagina una persona che, stanca di cliccare a caso per la rete in cerca della meta ideale, scrive “voglio svegliarmi con vista mare stile fiaba nordica”.
A questa richiesta risponde Daisy di Landfolk, che restituisce panorami fiabeschi di fiordi norvegesi. Il futuro? Una ricerca che capisce l’atmosfera, non solo le specifiche tecniche.

In pratica, questo sistema indicizza tutte le immagini delle strutture utilizzando un modello IA.
Quando un utente inserisce una ricerca, Daisy trova le strutture con il punteggio di similitudine più alto.

Un modo tutto nuovo di pensare la ricerca delle mete, basato principalmente sulle “vibes” e le atmosfere.

 

Video-shopping: dall’influencer al click diretto

Ah, i video! Elemento immancabile sul sito di qualsiasi struttura, spesso presente con un link da YouTube di 10 minuti: pessima UX, utente che sbadiglia, booking flow interrotto.
Qui entra in gioco Videreo, che trasforma i video degli influencer in mappe interattive: vedi un terrazzo sfizioso, clicchi e prenoti il soggiorno.

Questo modello potrebbe essere un win-win sia per le strutture che per influencer e content creator.
Videreo, infatti, utilizza un catalogo composto da tutti i video di travel influencer e blogger. Grazie all’IA, identifica dove è stato girato ogni contenuto, accoppiandolo poi con un prodotto, sia esso un tour o un alloggio.

In un mondo dove sempre più persone utilizzano TikTok per scoprire nuovi brand e nuove location (ne abbiamo parlato in questo articolo), questo approccio ai video può essere una svolta.

Attenzione ai falsi

Con la crescita dell’Intelligenza Artificiale generativa, sempre più realtà ricorreranno ad immagini virtuali evocative ed affascinanti.

Ma i rischi sono dietro l’angolo.

Mostrare immagini di “città passerelle” e luoghi che non esistono, alla lunga, avrà sicuramente un ritorno di fiamma.
Immagina di essere un turista che visita la tua città dopo aver visto le foto di posti bellissimi (e inesistenti). L’eccitazione di visitare quei posti magici che diventa delusione quando scopri che non esistono. Difficilmente tornerai e, molto probabilmente, ne parlerai anche male.

Perciò, ben vengano le immagini create artificialmente, ma con un criterio.

 

Diamo un po’ di numeri

Ora che abbiamo parlato di immagini abbastanza a lungo, passiamo a qualche numero.
Per capire meglio la situazione, ovviamente.

  • 20 miliardi di query visive al mese tramite Google Lens
  • 300% di crescita delle ricerche multimodali nel 2024
  • 200 milioni di dispositivi Android ora supportano Circle to Search
  • Il 75% dei viaggiatori inizia il proprio viaggio sui social media

Cifre che fanno capire perfettamente una cosa: il mondo si sta muovendo verso un nuovo tipo di ricerca per quanto riguarda i viaggi e il perno di tutto è l’immagine.

 

Cosa fare, concretamente?

Adesso sai che il cambiamento sta arrivando (o che, probabilmente, è già qui).
E allora non ti resta che abbracciarlo. Ecco come:

  1. Digitalizza la tua gallery: quando carichi le foto della tua struttura e dei tuoi dintorni, ottimizzale con descrizioni evocative (per la ricerca semantica) e fai in modo che vengano indicizzate facilmente (Google ti spiega come in questa guida)
  2. Sfruttare i reel: integra video brevi—rigorosamente ottimizzati—nel tuo sito, senza penalizzare la velocità di caricamento.
  3. Monitorare la “vibe”: dai un’occhiata agli insight visivi: quali scene fotografate attraggono più clic? E perché?
  4. Evitare l’illusione: niente foto patinate che non rispecchiano la realtà. Meglio un’immagine autentica di una camera accogliente che un rendering da favola.