Fra i marketer di tutto il mondo circola una falsa credenza: le ricerche su Internet dedicate agli hotel sono in calo.
Conclusione?
Cari albergatori, smettetela di investire denaro su SEO e motori di ricerca. Chi sostiene questa tesi si avvale dei dati di Google Trends. Peccato che i numeri a volte non parlino da soli…
I motori di ricerca sono ancora buone fonti per la visibilità e la revenue degli hotel? A leggere – o a sentir parlare – certi guru del settore dovremmo dire di no. Non c’è blogger appena un po’ noto che non si sia cimentato nel tentativo di profetizzare cattiva sorte per i motori di ricerca e per la SEO – Search Engine Optimization, ovvero Ottimizzazione per i Motori di Ricerca. Vuoi la prova del nove? Cerca su Google hotel seo dead per vedere quanto inchiostro digitale è stato versato, spesso a sproposito. Gli apocalittici, paladini di questa visione post-SEO, hanno il loro mantra: Google Trends dice che i volumi di traffico generati dalle query di hotel e viaggi sono in declino. Conclusione. La SEO è a un passo dalla fine (o è già finita). Corollario. Punta tutto quello che hai su social media, sui grandi portali o insegui qualche altra tendenza che fa tanto hi-tech. Ma gli apocalittici hanno fatto male i conti – o forse non li hanno proprio fatti. Vediamo perché.
Prendiamo Google, il motore di ricerca più usato al mondo. Riesci a immaginare uno strumento più preciso di Google? Prova a cercare un hotel per una qualunque destinazione. Avrai una montagna di risultati pertinenti e dettagliati. La mappa per raggiungere l’hotel, gli itinerari migliori per qualunque mezzo, le recensioni degli utenti. E novità delle novità, perfino la disponibilità e le tariffe in tempo reale, grazie a Google Hotel Finder.
Basta poi dare un’occhiata a Google Analytics. HeBS Digital, azienda americana specializzata in digital marketing per hotel, ha fatto calcoli precisi: il 55,6% delle revenue dei suoi clienti ha come fonti i motori di ricerca. Il 32,7% è SEO revenue. Il 22,9% è SEM revenue. E c’è di più. Esiste una correlazione diretta fra la qualità SEO di un sito Web e i risultati ottenuti grazie alle campagne a pagamento sui motori di ricerca (SEM). Migliore è l’ottimizzazione del tuo sito e migliore sarà il punteggio di qualità assegnato da Google AdWords alle tue inserzioni: un punteggio di qualità migliore significa più visibilità e un miglior rapporto costo per clic. E una migliore visibilità significa più prenotazioni dirette per il tuo hotel. Insomma, la SEO fa risparmiare soldi alla tua campagna pay per clic e fa guadagnare il tuo hotel.
A volte i numeri non parlano da soli…
Google Trends è una bella comodità per chi fa marketing online. Basta un clic per avere sott’occhio i volumi di ricerca per qualunque parola chiave, per qualunque lingua e per qualunque regione del mondo. Gli apocalittici della SEO per hotel – ma pure quelli della SEO tout court – travisano ogni giorno i dati di Google Trends. Tanto per iniziare, Google Trends mostra i volumi di ricerca sottoforma di percentuali: non restituisce valori assoluti, ma una semplice barra da 1 a 100. L’asse orizzontale dei grafici di Google Trends abbraccia un arco temporale più o meno esteso: si può andare dal 2004 ai giorni nostri (e anche un po’ oltre). Immaginiamo che le ricerche per le query contenenti la parola “hotel” sia una linea blu che attraversa tutto il grafico: ci sono i picchi stagionali, ma la tendenza complessiva è negativa. Il motivo? Non è quello sbandierato ai quattro venti dagli apocalittici.
Dal 2004 a oggi su Internet sono emerse tante nuove tendenze: se otto anni fa le ricerche su Internet riguardavano un numero limitato di categorie d’interesse, oggi sul Web si cerca di tutto e di più. In altre parole, su Internet si fanno sempre più ricerche: questo vuol dire che la torta è sempre più grande ma che il volume di ricerche per una categoria specifica (hotel) non necessariamente segue una tendenza negativa. Anzi.
Una portavoce di Google ha smentito la lettura “apocalittica” dei dati di Google Trends:
L’asserzione per cui i volumi di ricerca dedicati agli hotel sono in calo è falsa. Google Trends non tratta numeri assoluti. I volumi di ricerca per una certa parola chiave sono calcolati in rapporto alla crescita globale delle ricerche eseguite dagli utenti su Google.
Una sola parola chiave non rappresenta affatto un’intera categoria. Per dirla in modo semplice: la tendenza alla crescita delle parole chiave correlate alla categoria hotel potrebbe essere soltanto inferiore rispetto a quella di categorie oggi più cercate su Google. In ogni caso, i nostri dati interni dicono che l’interesse per le ricerche dedicate agli hotel è in crescita.
Crescita o declino?
La risposta al dilemma è più semplice di quanto possa sembrare. Il grafico qui sotto mostra come il numero di query legato alla categoria hotel sia sempre cresciuto su Google. C’è stata una semplice redistribuzione delle fonti fra desktop, mobile e tablet.
Secondi gli ultimi dati rilasciati da Google (2012), il 7% delle ricerche proviene dai tablet, il 14% dai dispositivi mobile e il 79% dai pc desktop.
Come usano Internet gli utenti
I tablet, i dispositivi mobile e i pc desktop rispondono a esigenze diverse in momenti diversi della giornata e della settimana. Secondo Google, gli utenti usano:
- Il pc desktop durante il giorno (ufficio)
- I dispositivi mobile in pausa pranzo
- I tablet alla sera
Le dinamiche di ricerca e il comportamento degli utenti su Internet sono cambiati negli ultimi tempi. Google ha osservato un incremento notevole delle ricerche di hotel provenienti dai canali mobile e tablet nel 2012.
- Tutti i dispositivi (desktop, mobile, tablet): +34%
- Dispositivi mobile: +120%
- Dispositivi tablet: +306%
La previsione per il 2013? Secondo Google le query per gli hotel cresceranno del 24%:
- Le query da desktop avranno segno negativo: -4%
- Le query da mobile saliranno del 68%
- Le query da tablet cresceranno del 180%
Più ricerche da mobile e tablet = più prenotazioni
La tecnologia ha permesso agli utenti di navigare sempre più in mobilità e di affrancarsi dai cari vecchi pc da tavolo. Sempre più persone usano lo smartphone per trovare in tempo reale hotel, indicazioni stradali e informazioni sulle tariffe di soggiorno. Tuttavia, ancora pochi si fidano delle nuove tecnologie: ancora 6 prenotazioni su 10 fra quelle arrivate da cellulari e smartphone avvengono tramite il canale voce. Poche persone si fidano a usare la loro carta di credito sull’iPhone, specie se sono connessi a una rete pubblica. Ancora meno siti mobile offrono alternative al pagamento tramite carta di credito. Questo spiega perché la percentuale di prenotazioni da dispositivi mobile sia ancora bassa.
Vanno in controtendenza i possessori dei tablet, che non hanno alcun problema a prenotare un hotel con il loro dispositivo. Un sito Web ben progettato e ottimizzato per i tablet potrebbe generare conversioni ben più alte rispetto a un sito ottimizzato per un qualunque altro dispositivo mobile.
Secondo HeBS Digital, i tablet generano il 200% in più di notti prenotate e il 430% in più di ricavi rispetto a qualunque altro dispositivo mobile. L’iPad guida questa speciale classifica: più del 91% di prenotazioni e il 98% di revenue proviene dai dispositivi griffati Apple.
Conclusione
Gli apocalittici devono rivedere i loro conti, questo è poco ma sicuro. I cari vecchi motori di ricerca continuano a generare buoni affari per gli hotel: da loro continuano ad arrivare visibilità e volumi di revenue importanti. I vari Google, Bing e Yahoo sono sempre la miglior fonte per le prenotazioni dirette e fare a meno di loro è impossibile. Cari apocalittici, fatevene una ragione.
Traduzione liberamente tratta da: Tnooz