L’avvento dell’IA ha reso molto più semplice creare contenuti SEO. Ma in che direzione va davvero il futuro del posizionamento organico?
L’arrivo di ChatGpt e affini ha dato uno scossone a molti campi, ponendo un grosso punto di domanda sul futuro di grafici, copywriter e… esperti SEO!
Infatti, tra i programmi di Google c’è quello di passare da “motore di ricerca” a “motore di risposta”, generando tramite l’intelligenza artificiale tutte le informazioni che un utente cerca.
Itinerari, consigli di viaggio, suggerimenti per le destinazioni: tutte cose alle quali risponderà un’interfaccia IA.
Per gli hotel che fanno del posizionamento per queste query una fonte importante di traffico organico, la notizia è terribile!
Fortunatamente, le incognite sulla fattibilità di un progetto simile sono molte (a partire dall’aspetto giuridico legato alla creazione di modelli linguistici di grandi dimensioni sul contenuto di altre persone senza attribuzione), ma dobbiamo sicuramente aspettarci un futuro con meno pagine di risultati di ricerca e molte più citazioni che linkano al sito dal quale l’IA ha preso la risposta.
Un (quasi) nuovo modo di fare SEO, insomma!
Ovviamente, ci saranno dei fattori di ranking e Marie Haynes, consulente SEO, ne ha indicati alcuni.
Contenuti People-First
Per Google, la creazione di contenuti utili è sempre un must.
E quando si parla di contenuti utili, si intende contenuti che diano effettivamente una risposta, piuttosto che essere ottimizzati per la SEO.
Gli ultimi aggiornamenti dell’algoritmo hanno cominciato a penalizzare chi presenta testi zeppi di ottimizzazioni, ma poco leggibili e con poche vere informazioni.
Per questo, per essere citati nelle risposte generate dall’IA, sarà sicuramente importante produrre contenuti che rispondono davvero alle domande degli utenti.
Credibilità e competenza
Uno degli indicatori più importanti per Google è il sistema EAT (Expertise, Authoritativeness, and Trustworthiness), che determina la credibilità di un contenuto analizzando l’effettiva competenza dell’autore.
Per esempio: un articolo sui rimedi al mal di schiena scritto da fisioterapista qualificato è più rilevante di uno scritto da una testata generalista.
In concomitanza con il lancio di GPT3, Google ha aggiunto anche l’’esperienza tra i criteri di valutazione, ossia il fatto che l’autore ha toccato con mano l’argomento di cui parla. Questo è un aspetto importante, non solo perché penalizza chi produce articoli informandosi su blog terzi (quindi senza aver alcuna esperienza in materia), ma probabilmente taglierà fuori anche i contenuti generati dall’IA (anche se Google ha dichiarato che non ci sono regole che penalizzano questi contenuti).
Originalità e prospettiva
Una delle grandi piaghe della SEO moderna è la ripetitività dei contenuti: migliaia di articoli per la stessa domanda, tutti con le stesse informazioni.
Per questo, al modello EAT di prima, Google ha aggiunto alcuni filtri di ricerca per valorizzare l’unicità dei contenuti.
E come può questo essere utili ai fini di una SEO dominata dall’IA? Semplice: l’IA può generare senza problemi una risposta alla domanda “Come arrivo al punto X”, ma serve un elemento umano (e molto competente) per fornire una risposta alternativa (per esempio “Il punto X non è male, ma ti suggerisco il punto Y, ecco perché”.
Fornire un’informazione in più
Visto che stiamo parlando di differenziarsi dalla massa, vale la pena citare un brevetto del 2020 con il quale Google ha voluto premiare i contenuti che portano un “guadagno di informazione” per l’utente: a fronte di migliaia di contenuti che trattano uno specifico argomento, chi sa aggiungere informazioni nuove ed inedite (ma sempre utili per l’utente) viene tenuto in maggiore considerazione.
Riprendendo l’esempio di prima, se il tema “Come arrivare al punto Y” è già stato trattato da altri siti, un modo per distinguersi può essere il visitare fisicamente il punto (ricordi il discorso dell’esperienza?), trovare un percorso alternativo e produrre del contenuto originale a riguardo (testi, video o foto).
Anche in questo caso, si tratta di qualcosa che un computer non può fare e che richiede l’intervento di un esperto in materia.
La battaglia per le citazioni (e come fare a vincerla)
Gli elementi che abbiamo elencato finora ci danno un’idea più chiara del futuro della SEO: meno contenuti proposti all’utente, ma molto più qualitativi.
Se da una parte questa è una buona notizia per quelle realtà che sono davvero esperte sugli argomenti che trattano, dall’altra la competizione per ottenere un link nelle risposte generate dall’IA si fa più tosta (proprio alla luce del fatto che la partita si gioca tra esperti).
Quindi, la tua struttura cosa può fare per rimanere visibile nella ricerca organica?
- Rispondi in modo utile alle necessità degli utenti
Quando studi quali contenuti creare, fai sempre un’analisi delle ricerche (es. “Cosa fare in un fine settimana a Parma) e assicurati di rispondere con informazioni veramente utili, e non solo con un mucchio di parole raccolte per un articolo. - Dai informazioni alternative e aggiuntive
Chi meglio di te conosce i tesori nascosti della tua città o del territorio in cui abiti? Oltre a rispondere alle necessità degli utenti, cerca di dar loro un punto di vista alternativa, proponendo cose che non avevano preso in considerazione.
Oppure, prova ad utilizzare la tua esperienza per aggiungere informazioni inedite a quelle che hanno già trattato altri autori.
Liberamente tradotto da: https://www.phocuswire.com/travel-seo-in-world-of-ai-answer-engines