Eccoci al secondo appuntamento con Luca De Giglio alla scoperta del Web3 e della sua applicazione nel travel. La volta scorsa abbiamo visto che differenza c’è tra Web2 e Web3 e alcune implicazioni sull’esperienza dell’utente (se te lo sei perso, puoi recuperarlo qui).
Oggi vediamo cosa cambia nel concreto in questa “nuova era” e quali equilibri possono cambiare, specialmente per le OTA.
E ora, parola a Luca!
Quindi che battaglia ci aspetta? Le “OTA Web3” contro le “OTA Web2”?
Questa è certamente la prima cosa che viene in mente, ed è stata la mia lettura, sbagliata, per vari anni.
Oggi la vedo diversamente: la lotta sarà tra le OTA e… Internet!
Ecco perché devono tremare.
Internet fornirà una serie di protocolli che permetteranno a tutti di fare quello che oggi fanno le OTA.
Ci siamo già passati per un evento dello stile “internet si mangia le corporazioni”:
La storia di internet altro non è che “quello che prima facevano pochi, ora lo possono fare tutti”.
Nel bene e nel male, ovviamente.
Le OTA cosa fanno di preciso che gli altri non possono fare?
Queste funzionalità/assicurazioni sono molto preziose per l’ospite, e possono essere offerte solo da una terza parte neutrale (o almeno plausibilmente neutrale).
Ebbene, internet, con l’upgrade al Web3, può offrirle.
Perché?
Semplicemente perché internet è la terza parte neutrale per antonomasia: un network che automatizza e offre garanzie (per esempio: la tua email sarà consegnata anche se insulti qualcuno) senza bisogno di aziende.
È il potere dei protocolli aperti.
A quel punto, sarà concepibile che anche un sito di prenotazioni dirette possa offrire la sicurezza di una OTA.
Cosa che oggi non riesce ad offrire in quanto non esistono gli strumenti necessari.
Un po’ come prima eravamo costretti ad affidarci alle Poste e poi internet ci ha permesso di mandare email.
Lo so, è un’affermazione pesante, ma stiamo parlando di internet, non di un progetto del Ministero del Turismo.
Vediamo questi possibili protocolli un po’ più da vicino?
Protocollo di Pagamenti ed Escrow
Questo protocollo permette di avere lo stesso sistema di Airbnb nel quale l’ospite paga, il denaro non va all’Host ma resta in “escrow”, fino al giorno del check-in.
Airbnb in questo caso fa da garante.
Nel Web3 e con le criptovalute, la garanzia la dà internet, usando degli smart contract.
All’atto pratico la garanzia è equivalente: so che quello che ho pagato non va all’Host fino al giorno del check-in.
Protocollo di Gestione Controversie
Quando qualcosa va storto, spesso la OTA agisce da garante e giudice: il customer service analizza la situazione e decide chi ha torto o ragione.
È possibile concepire una gestione di questo tipo di controversie in maniera decentralizzata e trasparente, senza bisogno di affidarsi alla OTA.
Questo permetterebbe a qualsiasi Hotel di dire: “se prenoti da me e poi hai un problema, abbiamo un giudice esterno che gestirà la problematica. Non sei alla mia mercé”.
Al momento non esiste nulla di questo genere nel mondo Travel, ma il progetto Kleros sta già gestendo controverse in questo modo in altre verticali.
Protocollo di Prenotazioni
Trasformando le prenotazioni in NFT vedremo dei protocolli che permettono prenotazioni dirette.
Winding Tree con Win.so, sta sperimentando in questi mesi alle conferenze cripto e i risultati sono interessanti.
Quando un’azienda nei primi anni 2000 ha deciso di iniziare a usare le email in parallelo alla posta e i fax, ha integrato un protocollo nel proprio business.
Il protocollo email era gratuito e aperto: uno strumento nuovo, a disposizione di tutti.
Non era un servizio della Email SPA che poteva decidere, per esempio, che tipo di contenuti o il numero massimo di email fossero permessi.
La stessa cosa è avvenuta quando l’azienda ha deciso di dotarsi di un sito web: ha adottato i protocolli http/tcp/IP in piena libertà.
In entrambi i casi erano servizi la cui disponibilità futura era garantita: non esisteva una “Siti Web SPA” che dopo 10 anni avrebbe potuto chiudere o diventare troppo cara o restrittiva.
L’azienda ha adottato email e sito web sapendo che sarebbero rimasti per sempre.
Forse il modo più efficace per capire è di pensare ai protocolli come “beni pubblici”, a disposizione di tutti.
I protocolli sopra elencati sono lì, e possiamo farci quello che vogliamo: usarli come sono o copiarli (“fork”) e farne una nostra versione più adatta alle nostre esigenze.
Inoltre, usandoli come sono, dopo aver verificato che siano veramente decentralizzati e immutabili, sappiamo che nessuno, nemmeno chi li ha creati, potrà modificarli.
Se vogliono modificarli, ne devono fare una nuova versione, ma la versione precedente resterà online per sempre e potremmo decidere di non passare alla nuova.
Uniswap, un exchange decentralizzato, è l’esempio migliore: sono alla terza versione, ma molti usano ancora la seconda.
Uniswap Labs (un’azienda) non ha assolutamente la possibilità di modificare la versione 2 (un protocollo decentralizzato e immutabile).
Questa è la vera novità: nel Web2 tutto è modificabile.
Nel Web3, alcune cose sono per sempre.
Vincerà internet o vinceranno le OTA?
Staremo a vedere, ma vista la potenza del primo, va sicuramente considerata la possibilità che le OTA dovranno adattarsi a internet, e non viceversa.
Il prossimo passo per chi è interessato sono:
Sono convinto che il vantaggio competitivo che si acquisisce in questo cammino, sia preziosissimo.
Ecco alcune risorse per farlo: