Grazie ai suoi strumenti di prenotazione, Google sta togliendo visibilità nei risultati di ricerca alle piattaforme, influenzandone i guadagni e costringendole a correre ai ripari.
Il mondo digitale cambia in fretta e nulla rimane per sempre com’è. Lo sanno bene le varie piattaforme come TripAdvisor ed Expedia, che da qualche tempo vedono il proprio ruolo nel mondo delle prenotazioni alberghiere online minato dalle mosse di Google.
Quello che era un semplice timore si è trasformato in una vera e propria realtà, come hanno ammesso i CEO di TripAdvisor ed Expedia. Ma in che modo esattamente Google ha eroso la posizione della concorrenza?
La lotta per la visibilità e la perdita di fatturato
“Crediamo che la nostra sfida più significativa sia data dalla spinta che Google dà ai propri prodotti alberghieri, oscurando contenuti di qualità che altrimenti porterebbero organicamente a TripAdvisor e genererebbero guadagni importanti nel nostro sistema”
Così il CEO di TripAdvisor, Steve Kaufer, ha descritto il rapporto con Google nella lotta per la visibilità all’interno dei risultati di ricerca, dichiarando anche di essere insoddisfatto dei risultati nel Q3, visto che gli introiti della sezione “Hotels, Media & Platform” sono calati del 12% rispetto l’anno precedente, mentre il guadagno netto è diminuito del 28%.
Anche se tutto questo non può essere attribuito esclusivamente a Google, la dirigenza di TripAdvisor fa notare come il colosso di Mountain View sia diventato molto più attivo e come l’evoluzione della SEO abbia influito parecchio sui risultati.
Anche Mark Okerstrom, CEO di Expedia, ha dichiarato che Google sta attualmente generando maggiore guadagno per singolo visitatore, e questo grazie alla possibilità di anteporre i propri prodotti a quelli delle OTA all’interno dei risultati di ricerca.
Cos’ha fatto esattamente Google?
Negli anni, il motore di ricerca ha sviluppato e sostenuto i propri strumenti dedicati alle prenotazioni online e ai viaggi, dando sempre più spazio ad app come Google Travel all’interno dei risultati di ricerca e non solo: infatti, tali servizi sono stati integrati sempre di più all’interno delle varie suite, come Google Maps.
Per esempio, poco tempo fa è stata introdotta nei risultati una schermata che mostra la scheda delle 4 strutture più vicine alla località cercata, con tanto di disponibilità e prezzi.
Questa serie di novità, che ha come effetto quello di fornire all’utente tutte le informazioni di cui ha bisogno già all’interno dei risultati di ricerca, portando via traffico organico alle piattaforme.
Le OTA corrono ai ripari
Dal momento che competere con Google nella ricerca organica è praticamente impossibile, le piattaforme continuano ad aggrapparsi agli annunci a pagamento per continuare a generare traffico.
In aggiunta a questo, TripAdvisor si sta muovendo per migliorare i propri servizi B2B che non dipendono dalla ricerca organica e per offrire all’utente finale un’esperienza sempre più personalizzata.
E gli albergatori?
In questa lotta fra Google e le piattaforme, gli albergatori possono uscirne da vincitori. Infatti, cavalcando gli strumenti che Google mette a disposizione (Hotel Ads, Hotel Finder, Travel, ecc.) e ai quali sta dando sempre maggiore visibilità, le strutture ricettive possono generare più conversioni dirette e approfittare della spinta di Google per disintermediare parzialmente.
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Parzialmente tradotto da: https://skift.com/2019/11/07/googles-travel-gains-levy-pain-at-tripadvisor-and-expedia/