Google fa retromarcia sui cookie: ecco cosa cambia per gli hotel

Google manterrà i cookie di terze parti sul browser Chrome, permettendo agli utenti di scegliere meglio le proprie preferenze.

Anche i giganti fanno passi indietro, a volte.
Questa settimana è toccato a Google, che ha deciso di fare dietro front sull’eliminazione dei cookie di terze parti.

Ora, se sei uno smanettone, questa notizia è sicuramente una notizia frizzante per te.
Se invece non lo sei, ti aiuteremo a fare un po’ di chiarezza… e a capire perché è una notizia frizzante anche per te!

 

Cosa sono i cookie e perché Google ha deciso di eliminarli

I cookie sono piccoli pezzi di codice che un sito manda al browser del visitatore, e che questo porta con sé nella navigazione in altri siti.

Va fatta poi una distinzione tra cookie di prima parte e quelli di terze parti (quest’ultimi sono al centro della questione), dal momento che differiscono in 3 caratteristiche:

  1. Installazione: I cookie di prima parte vengono installati direttamente dal sito che si naviga, mentre quelli di terze parti possono essere installati da un server esterno
  2. Disponibilità: Il dominio di origine ha accesso ai cookie di prima parte. Un cookie di terza parte è accessibile da qualsiasi sito web che carichi il codice dal server di terze parti.
  3. Blocco da parte dei browser: I cookie di prima parte possono essere disabilitati e limitati su ogni browser. Invece, alcuni i cookie di terze sono bloccati per impostazione predefinita.

Per chi fa campagne pubblicitarie, i cookie sono molto importanti, visto che permettono il tracciamento degli utenti in altri siti e consentono di raggiungerli con annunci mirati.

Nel 2019, Google ha comunicato la volontà di eliminare i cookie di terze parti da Chrome, lanciando il progetto Privacy Sandbox: un nuovo sistema in cui l’utente sarebbe stato tracciato non più dai cookie, ma dallo stesso Chrome.

Questa iniziativa aveva (e ha tuttora) 2 obiettivi:

  • Garantire maggiore privacy agli utenti
  • Permettere a Google di mantenere il controllo su quella miniera d’oro che sono i dati degli utenti (sapere è potere, giusto?): infatti, con questo nuovo approccio, gli utenti non sarebbero più stati tracciati dai cookie, ma dallo stesso Chrome, che avrebbe poi eventualmente fornito i dati agli inserzionisti.

 

Il dietrofront (non a ciel sereno)

Dopo svariati rinvii della scadenza per l’eliminazione definitiva dei cookie, e diversi feedback dagli inserzionisti e da organi come il Competition and Markets Authority (CMA) del Regno Unito e l’Information Commissioner’s Office (ICO), Big G ha deciso di invertire la rotta.

In un annuncio di questa settimana, la compagnia di Mountain View ha fatto sapere che i cookie di terze parti rimarranno, ma ha anche dichiarato la volontà di portare avanti il progetto Privacy Sandbox.

Gli utenti, quindi, potranno impostare su Chrome le loro preferenze di privacy, che verranno applicate a tutte le attività di navigazione, decidendo così se accettare o meno i cookie dei vari siti.

 

Cosa cambia per gli hotel che fanno advertising?

Veniamo alla ciccia.
Se stai facendo campagne di remarketing ricorrendo ai cookie di terza parte, probabilmente hai tirato un sospiro di sollievo. Tuttavia, il futuro del tracciamento è ancora abbastanza incerto e si dovrà vedere quali sviluppi ha in serbo Google.

Non a caso, l’annuncio sui cookie è arrivato in prossimità di un’altra comunicazione, questa volta sui risultati dei test sugli strumenti di Privacy Sandbox. Secondo gli esecutivi Google, infatti, sono stati registrati i seguenti effetti:

  • La spesa degli inserzionisti ha registrato un ritorno dell’89% in Google Display Ads e dell’86% in Display & Video 360.
  • Le conversioni per dollaro (CPD) sono state recuperate del 97% in Google Display Ads e del 95% in Display & Video 360.
  • Il recupero delle spese degli inserzionisti che fanno remarketing è stato pari al 55% in Google Ads e al 49% in Display & Video 360, con risultati migliori per le campagne che combinano il remarketing con altre strategie.

Insomma, è vero che abbiamo ancora i cookie, ma sicuramente bisogna tenere un occhio sulle proposte di Big nei prossimi anni.

 

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