Grazie all’Intelligenza Artificiale, Expedia potrebbe fornire risposte e consigli ai viaggiatori ancora prima che questi lo chiedano a Google.
Da quando Big G ha deciso di investire nel segmento del Travel, non c’è dubbio che a farne le spese siano state principalmente le OTA.
Già nel 2019, parlavamo in questo articolo di come Google stesse causando non poche perdite di traffico e fatturato ad Expedia e Tripdvisor. Da allora, gli strumenti sviluppati dal colosso di Mountain View sono aumentati: dal continuo sviluppo di Google Travel, passando per i Free Link, fino ad arrivare all’ultimo progetto di Intelligenza Artificiale per consigliare le destinazioni.
Ma proprio l’Intelligenza Artificiale potrebbe permettere alle OTA (più precisamente ad Expedia) di partire al contrattacco.
Cambiare il paradigma
Oggi, la logica di una prenotazione è piuttosto semplice: l’utente va su Google, cerca informazioni o consigli sulla destinazione e da lì si muove su uno dei portali di prenotazione, sia esso un’OTA o il sito della struttura.
Ed è qui che Google “danneggia” Expedia e affini, fornendo agli albergatori strumenti che li aiutano ad intercettare quel traffico che prima era catturato quasi esclusivamente dai portali.
Per questo Expedia vuole cambiare questo aspetto, facendo in modo che, all’interno del proprio ecosistema, gli utenti trovino tutte le risposte relative a destinazioni, alloggi e voli, senza dover passare da un motore di ricerca.
Come? Con l’I.A, ovviamente.
Insegnare alle macchine
Va da sé che questo sistema debba essere istruito con dati e informazioni.
Come ha detto a The Verge Rajesh Naidu, Head of Data Management di Expedia, il problema sembra non porsi, visto che l’azienda dispone di 70 petabyte di dati raccolti negli anni (1 petabyte corrisponde ad 1 milione di gigabyte).
Grazie a questo storico, la piattaforma punta ad offrire un pacchetto All-in-one, con il quale le persone possano cercare destinazioni e prenotare hotel e voli, senza dover uscire da Expedia.
Un panorama tutto nuovo
Il progetto di Expedia, che segue le orme del già comprovato assistente virtuale introdotto quest’anno, è solo un embrione, ma ci dice molto su come potrebbe cambiare lo scenario in un futuro relativamente prossimo.
Proprio come Google sta facendo con la nuova Generative Search Experience (in cui la presenza dei siti nei risultati di ricerca sarà sempre minore), anche le OTA potrebbero, grazie all’Intelligenza Artificiale, sviluppare sistemi sempre più centripeti: una volta arrivato sulla piattaforma, l’utente troverà tutto il necessario per pianificare e prenotare il proprio viaggio.
Se questa dovesse essere davvero la strada intrapresa dalle OTA e da Google, allora la vera sfida diventerà, anche per le strutture stesse, accaparrarsi per primi gli utenti.