E se l’hotel diventasse come Netflix?

Vantaggi e sfide dell’abbonamento alle strutture alberghiere, un modello poco diffuso, ma che può avere un grande potenziale.

Oggi ci si abbona praticamente a tutto: musica, film e serie tv, corsi di formazione… addirittura il sushi! E allora perché non abbonarsi anche ad un hotel?

Un modello di questo tipo viene già applicato da brand come Zoku, Inspirato e Selina Colive: gli abbonati pagano una quota mensile e in cambio hanno la possibilità di soggiornare illimitatamente in qualsiasi struttura del gruppo.

 

L’evoluzione del programma fedeltà

Non c’è dubbio che il modello ad abbonamento abbia grossi vantaggi per entrambe le parti.
Per gli ospiti, poter stare a lungo in una struttura ad un prezzo agevolato e in qualsiasi momento dell’anno è una bella comodità.

Per gli hotel, invece, gli abbonamenti non solo rappresentano una base importante di clienti a lungo termine, ma anche una risorsa in grado di mitigare le fluttuazioni del mercato.
Inoltre, questo modello permette di soddisfare i bisogni di alcuni segmenti in crescita, come i lavoratori da remoto (ossia chi adotta il famoso workation) e i nomadi digitali.

Proprio su quest’ultimo punto si basa il possibile successo dell’abbonamento alberghiero: se lo stile di vita dei viaggiatori cambia, e con esso la frequenza e l’attitudine al viaggio, allora anche il modello di offerta deve cambiare.

 

Ma è un modello davvero possibile?

Nonostante i tanti vantaggi, l’adozione di un sistema ad abbonamento presenta non poche difficoltà.

Innanzitutto, come abbiamo già visto, non è un modello per tutti: abbonarsi a gruppi alberghieri e catene con strutture in tutto il mondo ha un certo appeal, legarsi ad una singola struttura in una singola location non molto (a meno che non si tratti di location che una persona deve visitare spesso. Esempio: un commerciale che si reca più volte al mese per lavoro in una grande città).

La seconda sfida è quella della redditività: trovare l’equilibrio tra una buona proposta commerciale e una buona marginalità non è semplice, e la chiave è senza dubbio la capacità di allungare la “vita” e il valore complessivo di ogni sottoscrizione.

Infine, bisogna sempre fare i conti con la concorrenza. Il mercato è pieno di programmi fedeltà ai quali le persone possono aderire gratuitamente; quindi, diventa fondamentale avere un’offerta irresistibile per il proprio segmento.

 

C’è un futuro per gli abbonamenti?

È difficile dare una risposta. Quello che sappiamo è che esistono già realtà che lo applicano, sia nel mondo alberghiero che nel resto del settore Travel (basti pensare ad alcune compagnie aeree), quindi è una possibilità concreta.

Sicuramente, sarà importante tenere d’occhio l’evoluzione dei comportamenti dei viaggiatori, in particolare i viaggiatori frequenti, i lavoratori da remoto e coloro che cercano esperienze uniche.

Per chi vorrà perseguire questa strada, sarà necessario anche un upgrade tecnologico, viste le tante complessità nel gestire un database ampio e nel modulare continuamente l’offerta per i diversi segmenti.