Negli ultimi anni, le OTA hanno ridisegnato il panorama della distribuzione alberghiera. Ora, Booking.com potrebbe introdurre l’ennesima rivoluzione. Ti spieghiamo come il portale di prenotazioni più usato in Europa potrebbe riuscire a proporre sempre “il prezzo più basso” nelle pagine del suo sito.
Cos’è Booking.Basic
Booking.Basic è un’iniziativa di Booking.com per distribuire l’inventario di altri intermediari, o grossisti, nel suo portale. In questo modo, Booking.com ottiene disponibilità supplementari e tariffe più basse rispetto a quelle pubblicate dalle strutture ricettive partner nel suo sito.
Questa novità non deve sorprendere, per almeno due motivi:
- già da tempo, altre OTA, Expedia inclusa, ricorrono ai partner grossisti per rimpolpare la disponibilità di camere e tariffe a prezzi più bassi;
- nella privacy policy di Booking.com, sottoscritta da chiunque prenoti un soggiorno in questo portale, compare questo paragrafo:
Booking.Basic: Noi potremmo offrirti la possibilità di effettuare una prenotazione Booking.Basic. Le prenotazioni Booking.Basic sono facilitate da un Fornitore di Viaggi diverso da quello del soggiorno prenotato. Nell’ambito del processo di prenotazione, siamo obbligati a condividere alcuni dei tuoi dati personali relativi a quella prenotazione con il partner commerciale in questione. Se viene usato Booking.Basic, ti preghiamo di controllare le informazioni fornite durante la prenotazione o di consultare la conferma di prenotazione per ulteriori informazioni sul Fornitore di Viaggi e sulle modalità di trattamento dei tuoi dati personali da parte loro.
Almeno per il momento, la presenza di tariffe Booking.Basic su Booking.com pare sia un test di portata limitata. Mirai ha indagato per saperne di più e ha scoperto che i partner coinvolti in questa iniziativa sono almeno due:
- Agoda, il portale di prenotazioni con sede principale a Singapore, acquisito nel 2007 dall’allora Priceline Group (oggi Booking Holdings);
- Ctrip, l’OTA cinese già partner di Booking.com.
Non è dato sapere se Booking.com abbia esteso questo test anche ad altri partner.
Come funziona Booking.Basic
Il viaggiatore che si imbatte in una tariffa Booking.Basic ha la possibilità di riconoscerla e di prenotarla su Booking.com, con la solita procedura.
Quel che cambia sono le condizioni di prenotazione. In dettaglio:
- la tariffa è una non rimborsabile prepagata, gestita dal grossista, non da Booking.com;
- il viaggiatore non può inviare richieste speciali né cambiare la prenotazione o chiedere un rimborso, parziale o totale;
- la conferma della prenotazione non è immediata: il grossista ha 24 ore di tempo per rispondere; se non può confermare la prenotazione, al viaggiatore sarà restituito l’importo pagato per il soggiorno.
Insomma, i paletti sono tanti. Al viaggiatore resta solo il vantaggio del prezzo basso, ma non gli altri benefici su cui Booking.com ha costruito parte del suo successo – cancellazione gratuita per molte camere, conferma immediata, modifica della prenotazione.
Cosa significa questa mossa
Da Booking.com non trapelano notizie. Come detto, si tratta di un test condotto su un numero limitato di utenti. Questo vuol dire che potresti non vedere mai le tariffe Booking.Basic.
Con questa iniziativa, Booking.com potrebbe avere più possibilità di riuscire a offrire ai suoi utenti la “miglior tariffa garantita”, cosa che oggi, in molti casi, non accade – basta fare un giro sui comparatori per accorgersene.
Se Booking.Basic fosse un esperimento destinato a durare, sarebbe il segno della volontà di Booking.com di diventare, passo dopo passo, un marketplace, vale a dire uno spazio di compravendita di camere aperto a più grossisti – Booking farebbe quel che già fa Amazon con le merci, per capirci. In questo modo, il confine fra metamotori e portali di prenotazione sarebbe un po’ più labile.
Pensiero finale
Booking.Basic riporta in primo piano il rapporto fra hotel e grossisti, un problema importante, e annoso, della distribuzione alberghiera.
Cosa succederebbe se le OTA, Booking.com in primis, pubblicassero su ampia scala le tariffe confidenziali – vale a dire i prezzi più bassi – concessi dal tuo hotel ai grossisti? Gestire con più attenzione il rapporto di collaborazione fra strutture ricettive e rivenditori potrebbe essere un buon primo passo per non farsi cogliere di sorpresa.