I numeri parlano chiaro. Nonostante il clima favorevole in gran parte dell’anno, gli inestimabili tesori artistici, il mare e le bellissime coste, l’apprezzatissima gastronomia, la sua innata cultura dell’ospitalità, all’Italia restano solo le briciole del turismo golfistico internazionale.
Nell’ultimo anno il turismo legato al golf in Italia ha totalizzato 300 milioni di euro, poca cosa se si pensa alla Spagna e anche alla Turchia.
Lo sanno bene gli albergatori. I turisti legati al golf sono ottimi clienti!
Il turista golfista si trattiene più a lungo della media nella località di villeggiatura (7 giorni contro i 4), spende il doppio e dedica solo il 10% della spesa totale al golf lasciando il restante 90% ai servizi del territorio. Non male vero?
Se poi osserviamo dove sono maggiormente concentrati in Europa i giocatori di golf comprendiamo subito come possa essere estremamente profittevole poterli avere nel proprio hotel. I paesi nordici sono infatti quelli che contano il maggior numero di giocatori e sappiamo oggi come i turisti di queste nazioni siano gli unici in grado di consentire la tenuta o meno di interi distretti turistici!
Infine, un aspetto non da poco. I golfisti del nord Europa giocano in bassa stagione (marzo-aprile, ottobre-novembre) quando da loro le temperature lo impediscono!
Ma quanti hotel in Italia che hanno inserito nella loro offerta un “pacchetto golf” hanno potuto effettivamente beneficiare di questa tipologia di clientela? La risposta è pochi, anzi pochissimi hotel. Tra l’altro, limitati a poche zone in Italia, quelle in grado di proporre ai giocatori un’offerta all’altezza di altri Paesi che da tempo hanno compreso e investito sul golf come motore del turismo.
Eh sì, perché il turista golfista ha comunque delle esigenze particolari. Per esempio, sceglie mete in grado di offrirgli più campi a poca distanza tra di loro, così da poter giocare ogni giorno su un campo diverso. Inoltre, visto che si sposta spesso con la famiglia al seguito, il viaggiatore golfista predilige quelle località dove moglie e figli, che spesso non hanno la stessa passione per il nobile sport, possono trovare altri svaghi.
Ad oggi, solo il Lago Maggiore e il Lago di Garda possono competere con le mete più ambite dai golfisti!
Quanto vale il turismo golfistico in Italia?
Ora, se guardiamo a come il golf si sta sviluppando in Italia, potremmo essere portati a considerare il bicchiere “mezzo pieno”. Anche se i giocatori sono ancora pochi rispetto agli altri Paesi europei (superata finalmente la fatidica quota dei 100.000), le politiche adottate dalla Federazione Italiana Golf stanno favorendo la crescita e la diffusione di questo sport, anche in un periodo di crisi economica.
Oggi il golf non è più uno sport d’élite. Ad eccezione di alcuni circoli particolarmente esclusivi (sempre meno numerosi), il golf è praticato da tanti e seguito da tantissimi grazie ai risultati dei fratelli Molinari e di Matteo Manassero.
Inoltre, nel 2016 ci saranno le Olimpiadi in Brasile e il golf debutterà come sport olimpico: anche questa novità potrebbe favorire l’avvicinamento di molti neofiti.
Tuttavia, se mettiamo a confronto il business legato al golf generato in Italia con quello di altri Paesi che come noi hanno una vocazione turistica, il bicchiere è decisamente “mezzo vuoto”!
Questi sono alcuni dati riferiti al 2011, pubblicati nel numero di ottobre della rivista Golf & Turismo. In sintesi:
I dati potrebbero sembrare buoni, ma se guardiamo ad altri Paesi, notiamo come l’Italia non sia riuscita ancora a sfruttare questa tipologia di offerta. L’osservazione è ancora più amara se si considera che l’Italia, in quanto ad attrattività turistica, non è seconda a nessuno.
La Spagna fa molto meglio dell’Italia. Anche la Turchia ci crede più di noi!
In Spagna le cose vanno decisamente meglio:
Vi sono poi governi che hanno puntato forte su questo settore: la Turchia, che non più di 10 anni fa non aveva neppure un campo da golf, oggi ne conta ben 15 in grado di generare 500.000 green fee; esattamente la metà dell’Italia, ma con un decimo dei campi.
Come mai l’Italia si trova in una situazione di così grave ritardo? I motivi sono molteplici: si va dalla burocrazia, che fa sì che occorrano dai 5 ai 10 anni per avere l’approvazione di un progetto di un campo da golf, alla criminalità organizzata che nel sud disincentiva gli investimenti, all’aver sempre considerato il golf uno sport per pochi.
Soprattutto, la causa risiede nel fatto che si è sempre ritenuto di poterne fare a meno: “tanto i turisti vengono lo stesso!” Si diceva…
Ora qualche regione sta cercando di recuperare il tempo perduto. La Puglia ha già fatto parecchio, Sicilia e Sardegna stanno cercando di creare le condizioni per favorire la nascita di nuovi campi da golf.
Ma attenzione, il male non si cura con la sola “somministrazione” di campi da golf; in Andalusia, dove la Costa del Sol è stata ribattezzata Costa del Golf, anche le infrastrutture sono eccellenti! L’aeroporto di Malaga è grande e modernissimo, la rete stradale decisamente efficiente e senza buche, i servizi all’altezza delle città del nord Europa.
E gli hotel cosa devono fare? Ecco qualche semplice consiglio.
Innanzitutto agire direttamente e tramite le proprie associazioni di categoria sulle istituzioni affinché vengano rapidamente create le condizioni per far crescere questo sport. A beneficiarne sarà l’intera comunità.
Gli hotel situati nei pressi di uno o più campi da golf possono quindi continuare a proporre pacchetti golf tenendo presente alcune linee guida:
Infine potete voi stessi, cari albergatori, cimentatevi con “ferri e legni”. Potrete così intrattenere i vostri ospiti raccontando le vostre gesta golfistiche! :)